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Agostono Scilla 'Autoritratto'
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Olio su tela raffigurante l'autoritratto del pittore con la sua lavolozza, intento a dipingere. Figura emblematica tra gli artisti siciliani del XVII secolo, in questo vigoroso dipinto, esprime una energia quasi 'inquietante'. Scienziato, pittore e collezionista, Agostino Scilla (Me 1629-Roma1700) dopo aver studiato lettere a Messina si trasferì a Roma, dove divenne un pittore piuttosto noto grazie al suo Maestro Andrea Sacchi, col quale studiò sia l'arte antica che quella rinascimentale. Sacchi valorizzò le grandi qualità naturali dello Scilla, che aveva anche una solida base culturale sia scientifica che umanistica.
Ritornato a Messina entrò a far parte della locale Accademia della Fucina, intraprendendo studi di numismatica e collezionando fossili, osservati durante i suoi spostamenti nei paesi siciliani e calabresi, dove era chiamato a dipingere. Le tumultuose vicende politiche della città di Messina (che si ribellò nel 1674 alla dominazione spagnola, chiedendo aiuto al re di Francia Luigi XIV) lo spinsero a rimanervi, solo per brevi periodi. Nel 1678, in seguito al fallimento della rivolta antispagnola, fu infatti costretto a spostarsi in un primo momento a Torino, scegliendo infine di stabilirsi definitivamente a Roma, dove divenne socio della prestigiosa Accademia di San Luca. E' considerato il miglior pittore Messinese del 600'. Agostino Scilla muore a Roma nel 1700.
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Pietro Novelli 'Il Monrealese'
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Olio su tela di forma ottagonale (cm.90x84), raffigurante una giovane Madonna con Bambino. Una Madonna che indossa sul capo, a cingere la folta chioma dai riflessi rosso oro, una delicata e preziosa coroncina di piccoli fiori in filigrana e pietre preziose, e che regge delicatamente il Bambino Gesù benedicente, dal corpicino paffuto e con una espressione rassicurante. Il Bambino è saldamente ancorato con la manina alla tunica dalle Mamma, mentre la Madonna pone le mani protettive sul figlio, quasi accompagnando i suoi movimenti. Questo lavoro, opera del Novelli durante il soggiorno napoletano, come conferma il taglio ottagonale del dipinto, databile verso il 1635, esprime il debito formale acquisito dal Novelli tramite la conoscenza del Ribera, evidente sia dalla stesura dei capelli della Madonna che per un uso diverso dei chiaro scuri. La 'coroncina' a fiori sul capo della Madonna, sembrerebbe un singolare tributo alla patrona di Palermo, la Santuzza Santa Rosalia, sempre ritratta con la corona di rose. Il Novelli è l'unico pittore siciliano che può considerarsi 'Caravaggesco' di certo grazie ai suoi ripetuti viaggi sia a Roma che a Napoli e quindi con la visione diretta di opere del Merisi.
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ANTIVEDUTO GRAMATICA
'S. Giuseppe e il Bambino'- Siena 1571-Roma 1626.
Perizia scritta del Prof.Pier Luigi Carofano.
(Cm 186 X 136 circa)
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